In Europa, dal primo marzo 2021, tutte le aziende che vendono elettrodomestici, come frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici o televisori, dovranno garantire all’utente la possibilità di ripararli entro un periodo di tempo di dieci anni. La norma è il risultato di una proposta del Parlamento europeo a sostegno dell’economia circolare che ha l’obiettivo di favorire la definizione di regole più stringenti sul diritto alla riparazione. Queste regole arrivano in seguito all’aumento della produzione di apparecchi elettrici ed elettronici che hanno generato un incremento dei rifiuti a loro connessi.
Cosa prevede la normativa
Il regolamento approvato dalla Commissione europea prevede che tutti “i produttori o gli importatori saranno ora obbligati a mettere a disposizione dei professionisti addetti alla riparazione una serie di pezzi di ricambio di un articolo per almeno 7-10 anni dall’immissione sul mercato Ue dell’ultima unità di un modello”. In una logica opposta a quella dell’obsolescenza programmata, Commissione e Parlamento europei intendono promuovere una vita più lunga dei prodotti mediante il loro riutilizzo e riparazione.
I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) sono quelli che aumentano più rapidamente in Europa e che vengono riciclati con una percentuale inferiore al 40 per cento. Tra gli obblighi previsti anche quello di rendere disponibili i manuali tecnici per i professionisti e istruzioni comprensibili anche per i riparatori amatoriali, che si dilettano con il classico fai-da-te domestico.
Un primo passo
Che si tratti di un primo importante passo contro gli sprechi è evidente. I requisiti di riparazione però, anche con la nuova normativa, si applicano solo ad alcune categorie di prodotto. Tra queste non rientrano smartphone e computer portatili, forse tra i più soggetti all’obsolescenza forzata.
Un’altra criticità è data dal fatto che i tempi di consegna per i pezzi di ricambio sono in genere molto lunghi, parliamo di circa 15 giorni lavorativi per una lavatrice o un frigorifero rotto. Decisamente troppi considerando quanto siano diventati essenziali beni di questo genere nella nostra vita quotidiana. Infine non c’è alcun riferimento ai prezzi dei pezzi di ricambio.
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