È sicura, gratuita, a portata di mano. Parliamo dell’acqua di rubinetto, una risorsa preziosa che ciascuno di noi ha in casa. Ma gli italiani – terzi al mondo per il consumo di acqua in bottiglia – sono consapevoli del suo valore? Oppure temono che non sia abbastanza sicura? Alcuni dati recenti ci regalano interessanti spunti di riflessione.
Per metà degli italiani l’acqua di rubinetto è un’abitudine
Nel 2019 il 77,6 per cento degli italiani ha bevuto acqua di rubinetto, trattata e non, con tasso di crescita sull’anno precedente che sfiora il 4 per cento. A dirlo è una ricerca realizzata da Open mind research su incarico di Aqua Italia, l’associazione dei costruttori di impianti, accessori, componenti e prodotti chimici per il trattamento delle acque primarie, che fa parte di Anima Confindustria.
Ma c’è di più. Circa un italiano su due (per la precisione, il 48,7 per cento) dichiara di berla sempre o quasi sempre, soprattutto per una questione di comodità (25 per cento) e attenzione all’ambiente (24,8 per cento). Un argomento, quest’ultimo, che fa presa soprattutto sui più giovani, mossi dal cosiddetto “effetto Greta”. I dati sul periodo della pandemia non sono ancora stati elaborati ma tutto fa pensare che molti altri si siano lasciati convincere dalla praticità dell’acqua pubblica, per risparmiarsi gli spostamenti superflui e le code davanti ai supermercati.
Un sistema di leggi e controlli a tutela della nostra salute
C’è da dire, però, che il 26,8 per cento degli italiani si dichiara “estremamente preoccupato” per la presenza di sostanze contaminanti nell’acqua pubblica e un altro 62,6 si dice “abbastanza preoccupato”. Ma c’è davvero motivo di avere timore? Secondo l’Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche (Irsa-Cnr), possiamo vantare il quinto posto in Europa per qualità dell’acqua pubblica, subito dopo Austria, Svezia, Irlanda e Ungheria. Prima di tutto perché l’85 per cento deriva da falda, e questo già di per sé la rende migliore rispetto a quella di superficie. Poi perché i limiti di legge sono molto severi e si eseguono controlli capillari su tutta la filiera. La fake news per cui l’acqua pubblica fosse un possibile veicolo di Covid-19, circolata nelle primissime fasi dell’emergenza sanitaria, è stata prontamente smentita dall’Istituto superiore di sanità.
Vent’anni dopo la prima direttiva sull’acqua potabile, recepita in Italia col decreto legislativo 31/2001, a gennaio 2021 ne è entrata in vigore una nuova (EU 2020/2184) che rende ancora più restrittivi gli standard per alcuni inquinanti, come il piombo, e ne introduce altri, come il bisfenolo A, gli Pfas, il clorato e il clorito. Gli stati membri avranno due anni di tempo per recepire queste modifiche. Un altro caposaldo di questa direttiva sta nella trasparenza: i cittadini dell’Unione hanno il diritto di accedere ai dati sulla qualità dell’acqua erogata, gratuitamente e senza complicazioni di sorta. Anche su questo fronte in Italia siamo all’avanguardia, grazie ad alcuni tool che permettono di inserire l’indirizzo di casa propria e consultare le analisi aggiornate; ne esiste per esempio uno per la città di Milano.
Sistemi semplici per un’acqua di rubinetto ancora più buona
Appurato che non c’è nulla da temere nell’acqua di rubinetto, c’è anche chi non ne apprezza il sapore o desidera migliorarne le proprietà. È qui che entrano in gioco i sistemi di filtrazione come Grohe Blue, semplice da installare grazie alle dimensioni compatte e al rubinetto due in uno che si adatta a qualsiasi lavello.
Visto che le caratteristiche dell’acqua possono variare sensibilmente anche all’interno dello stesso Comune, ciascuno può scegliere la tecnologia più adatta alle sue specifiche necessità. Il filtro a cinque fasi migliora l’odore e il sapore dell’acqua, riducendo il calcare e il residuo fisso; quello ai carboni attivi invece ne perfeziona il gusto senza influire sul calcare (è quindi l’ideale quando l’acqua è già a bassa durezza). Poi c’è il filtro Magnesium + Zinco che, in aggiunta ai vantaggi del filtro a cinque fasi, arricchisce l’acqua di magnesio e zinco a tutto vantaggio del gusto e della salute.
Stando all’indagine di Aqua Italia, 28 italiani su 100 hanno adottato almeno un sistema di affinaggio dell’acqua domestica e ben 51 su 100 non hanno nulla in contrario all’idea di bere acqua trattata al bar o al ristorante. Un segnale di un cambiamento di mentalità positivo per l’ambiente e per il portafoglio.
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