È stato un congresso storico per il Partito comunista cubano, quello tenuto venerdì 16 aprile. Per l’ultima volta, a partecipare è stato un membro della famiglia Castro. Dopo i decenni di Fidel, dopo la morte del “líder maximo” del 2016, dopo il periodo di transizione assicurato da Raúl, è stato quest’ultimo a congedarsi dal Pcc.
L’appello di Raúl Castro al dialogo con Washington
A 89 anni, il fratello di Fidel segna davvero la fine dell’era castrista, lasciando il posto di primo segretario a Miguel Diaz-Canel, già presidente di Cuba. Nel suo ultimo discorso di fronte al congresso, Raúl ha voluto lanciare un messaggio di conciliazione e di speranza, lanciando un appello affinché tra l’isola caraibica e gli Stati Uniti possa essere instaurato un “dialogo rispettoso”.
“Confermo al congresso di questo partito – ha affermato Raúl Castro di fronte a circa 300 delegati – la volontà di avviare una nuova forma di relazioni con Washington, senza pretendere che, per riuscirci, Cuba debba rinunciare ai principi della rivoluzione e del socialismo”. I rapporti con gli Stati Uniti, dopo la distensione storica voluta da Barack Obama tra il 2014 e il 2016, hanno conosciuto un nuovo quadriennio particolarmente difficile nel corso degli anni di Donald Trump.
Gli anni di Donald Trump e l’inasprimento dell’embargo contro Cuba
Il miliardario americano ha infatti rafforzato duramente l’embargo in vigore dal lontano 1962. “L’obiettivo di tale misura è di raggirare l’assedio economico di Cuba – ha affermato Raúl Castro -, al fine di strangolare il paese e provocare un’esplosione sociale”.
L’ormai ex dirigente ha quindi spiegato la decisione di ritirarsi dalla vita politica: “Per quanto mi riguarda, il ruolo di primo segretario del comitato centrale del partito termina qui. Con la soddisfazione di aver assolto ai miei compiti e con la fiducia nell’avvenire della patria. Continuerò a militare come semplice combattente rivoluzionario fino alla fine dei miei giorni”.
Trapela un piano della Cia per assassinare il fratello di Fidel
Proprio un giorno dopo l’uscita di scena del fratello di Fidel, sono stati declassificati alcuni documenti della Cia, negli Stati Uniti, dai quali è trapelato un piano per assassinare lo stesso Raúl. In particolare, un agente propose nel 1960 10mila dollari al pilota che doveva riportarlo da Praga a L’Avana per “organizzare un incidente”. Tale pilota era José Raúl Martinez, reclutato dalla Cia, che aveva chiesto in cambio – qualora lui stesso fosse morto nell’operazione, che gli Stati Uniti assicurassero il pagamento degli studi universitari ai suoi due figli.
La richiesta fu accolta, ma dopo il decollo la Cia ricevette l’ordine di rinunciare alla missione. Era tuttavia troppo tardi per mettersi in contatto con Martinez che però non fece precipitare l’aereo, affermando poi: “Non ho avuto modo di organizzare un incidente come previsto”.
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