Adesso è ufficiale: ad appena una settimana dall’entrata in vigore del primo dpcm del governo Draghi, si cambia già. Il Consiglio dei ministri, dopo aver constatato dai dati forniti dalla cabina di regia che l’incidenza del contagio è in crescita per la sesta settimana consecutiva, con un Rt pari a 1,16 negli ultimi 14 giorni, ha deciso di introdurre nuove restrizioni attraverso un decreto legge. La nuova disciplina varrà da lunedì 15 marzo fino a lunedì 5 aprile compreso. Comprendendo dunque le festività pasquali.
Nello specifico:
- dal 15 marzo le zone gialle passano automaticamente in arancione.
- il 3, 4 e 5 aprile, tutta l’Italia sarà in zona rossa, ed eccezione delle regioni bianche, ovvero al momento solamente la Sardegna.
Cambia anche il meccanismo che determina il passaggio nella fascia rossa: tutte le regioni che avranno una incidenza settimanale di contagi superiore a 250 positivi su 100mila abitanti verranno inserite nell’area rossa attraverso ordinanze del ministro della Salute.
Quali spostamenti sono possibili e quali no
La stretta riguarda anche gli spostamenti: nelle zone arancioni sarà possibile muoversi verso una sola abitazione privata nello stesso comune, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le ore 22, per un massimo di due persone esclusi gli under 14, come nelle scorse feste di Natale.
Questo però non vale in zona rossa, dove ogni spostamento non dettato da urgenze di lavoro e salute sarà vietato, come nel primo lockdown. Una eccezione sarà fatta per le festività pasquali, quando anche in zona sarà consentito un solo spostamento al giorno per due persone. Naturalmente non sarà possibile spostarsi tra le regioni, e salta anche la riapertura di teatri e cinema prevista dal vecchio dpcm per il 27 marzo.
Subito gli aiuti per i genitori
Il decreto anticipa anche un paio di provvedimenti che dovevano essere compresi nel “dl sostegno”, che arriverà comunque la prossima settimana, per venire immediatamente in soccorso alle famiglie con figli: l’entrata in zona rossa infatti, secondo quanto stabilito dal dpcm in vigore dal 6 marzo, presuppone la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado e l’entrata in modalità didattica a distanza al 100 per cento. Il decreto prevede dunque:
- un fondo da 290 milioni di euro per congedi parentali, che saranno retribuiti al 50 per cento per chi ha figli sotto i 14 anni
- un bonus di 100 euro a settimana per babysitter per lavoratori autonomi
- il diritto allo smart working per i genitori con figli fino a 16 anni.
Del resto il presidente del Consiglio Mario Draghi, presentando il nuovo piano vaccini che affiancherà le restrizioni, ammette di essere “consapevole che le misure di oggi avranno conseguenze sull’istruzione dei figli, sull’economia e sullo stato anche psicologico di noi tutti. Sono necessarie per evitare un peggioramento che renderebbe inevitabili provvedimenti ancora più stringenti. Ma, a queste misure, si accompagna l’azione di governo a sostegno di famiglie e imprese e l’accelerazione della campagna vaccinale, che sola dà speranza di uscita dalla pandemia”.
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