Un nuovo studio ha rivelato che il livello di radiazioni a cui sarebbero stati esposti gli abitanti della Polinesia francese a causa dei test nucleari di Parigi sono ben più alti di quanto si credesse. L’analisi ha preso in considerazione le 193 esercitazioni avvenute tra gli anni Settanta e Novanta, focalizzandosi in particolare su tre di esse. Calcoli sbagliati, ampi margini di errore e strane omissioni avevano sottostimato l’impatto nocivo dei test, con migliaia di persone tra cittadini e militari esclusi dai risarcimenti. Sulla base del nuovo studio, 110mila persone sarebbero state esposte alle radiazioni e in 10mila si sarebbero ammalati proprio a causa delle esercitazioni francesi.
La stagione dei test nucleari
Nella seconda metà del secolo scorso la Francia ha avuto un’attività militare molto fitta nella Polinesia francese. Sono 193 le esercitazioni nucleari compiute nel territorio, in particolare tra le isole di Mururoa e Fangataufa, ma anche in prossimità di Tahiti, con una quarantina circa di operazioni in atmosfera. Di questo se n’era già occupato nel 2006 il Commissariato per l’energia atomica (Cea) in uno studio in cui di fatto aveva tranquillizzato sui bassi livelli di radiazioni a cui era stata sottoposta la popolazione. Ma dopo che nel 2013 il ministero della Difesa francese ha desecretato i documenti sul tema, diversi studiosi si sono messi ad analizzare le migliaia di carte per fare luce su una questione rimasta irrisolta.
In particolare, la ong Disclose in partnership con l’organizzazione ambientale Interprt e la Princeton University ha studiato le informazioni relative ai test chiamati Aldébaran, Encelade e Centaure, effettuati rispettivamente nel 1966, nel 1971 e nel 1974. Le indagini si sono focalizzate in particolare sull’isola di Tahiti e in particolare sulla sua capitale Papeete, rivelando come i dati emersi fino a ora a proposito delle contaminazioni della popolazione locale fossero molto sottostimati. Solo il test Centaure, per esempio, avrebbe avuto livelli di contaminazione superiori del 40 per cento in confronto a quanto creduto fino a ora, investendo quindi migliaia di persone in più rispetto alle stime. La nube atomica avrebbe dovuto raggiungere un’altezza di 9mila metri per poi disperdersi verso nord, ma i dati meteorologici, gli archivi militari e le registrazioni scientifiche rivelano come invece l’altitudine raggiunta sia stata di 5.200 metri e che le radiazioni si siano spostate proprio verso Papeete, abitata da circa 80mila persone, senza che venissero prese precauzioni. Gli abitanti dell’isola polinesiana sarebbero dunque stati esposti per giorni alle sostanze nocive, in una quantità superiore fino a tre volte rispetto a quanto calcolato dalla Cea.
Altri documenti usciti allo scoperto sottolineano come in altre aree, come le isole Gambier, test nucleari come l’Aldébaran potrebbero essere all’origine dell’insorgenza massiva di tumori alla tiroide, alla gola e ai polmoni, oltre che di leucemie, tra la popolazione locale, le stesse malattie che secondo alcune mail del 2017 dell’esercito di Parigi avrebbero colpito 2mila dei 6mila militari francesi di stanza in Polinesia.
La guerra dei risarcimenti
Che le attività nucleari della Francia abbiano avuto un impatto sulla salute delle persone coinvolte si sapeva già. Nel 2010 Parigi ha creato una commissione che ha erogato in questi anni 454 risarcimenti a chi aveva dimostrato di aver contratto una delle patologie ufficialmente riconosciute come direttamente correlate alle esercitazioni. Ma quel numero è solo il 20 per cento del totale delle richieste avanzate dalla popolazione, che sono quindi state perlopiù rigettate. Dimostrare di aver subito l’impatto negativo delle radiazioni non è facile, soprattutto se si pensa che solo aree minoritarie del territorio sono state sottoposte a monitoraggio ambientale e che alcune delle stazioni di misurazione che operavano negli anni Settanta sulle isole avevano un margine di errore fino al 50 per cento. Questo, unito ai vecchi studi che sottostimavano gli effetti negativi dei test su abitanti e militari, ha creato un clima molto difficile per i risarcimenti.
Ora il nuovo studio cambia e di tanto le carte in tavola. Secondo le rilevazioni, sono circa 110mila le persone che sarebbero state coinvolte dalle radiazioni del solo test Centaure, un numero che dunque equivale alla platea di persone potenzialmente soggetta a risarcimento in caso di cancro radio-indotto. La Princeton University è andata oltre e ha individuato in 10mila le persone che si sarebbero malate di tumore a causa delle attività nucleari in Polinesia, che comporterebbe una spesa in indennizzi per Parigi di 700 milioni di euro.
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