Sono radici profonde quelle che legano Pigna non soltanto al suo territorio di origine, ma a tutta l’Italia, in una sorta di staffetta che unisce le generazioni da ormai quasi due secoli. Fondata da Paolo Pigna nel 1839 a Milano (come si è recentemente scoperto dagli archivi storici), l’azienda è una delle più longeve e conosciute d’Italia nel settore della cancelleria. Dal 1870 porta avanti la sua attività ad Alzano Lombardo, immersa nella suggestiva cornice della Val Seriana. È qui che le Cartiere Paolo Pigna spa hanno letteralmente attraversato i secoli, come dimostrano il profondo senso di appartenenza degli abitanti della zona e i tanti cimeli storici esposti tra i corridoi degli uffici. Ed è qui che incontriamo il presidente e amministratore delegato Massimo Fagioli, che dal 2018 guida con successo l’azienda. Un ruolo assunto in un momento particolarmente delicato per Pigna, che, dopo anni critici e il rischio del fallimento, è riuscita a rialzarsi con un piano di rilancio che ha – di fatto – inaugurato una nuova luminosa fase della sua storia.
Dagli anni ’80 sulla strada della sostenibilità
Oggi Pigna non è più la classica cartiera di un tempo. Adattandosi ai nuovi scenari, ha saputo fare i conti anche con grandi sacrifici e cambiamenti, restando sempre fedele alla propria storia. Anche quando questo, nel 2008, ha significato interrompere la produzione di carta e iniziare ad acquistarla da altre grandi cartiere italiane, sviluppando parallelamente nuovi asset di mercato. Un processo che le ha permesso di mettere a frutto la sua lunga esperienza cartotecnica e di declinarla in modi nuovi, con linee di zaini e scrittura anche per il mondo adulto. E con una rinnovata e crescente attenzione per l’ecosostenibilità, sia nei processi produttivi che nell’opera di educazione e divulgazione, da sempre cara al brand.
“Pigna utilizza circa il 30 per cento di tutte le materie prime provenienti da fonti certificate, quindi sostenibili, e il 4 per cento dei prodotti è realizzato con carte riciclate”, spiega Massimo Fagioli. “Il nostro obiettivo è far aumentare nel più breve tempo possibile queste percentuali, sensibilizzando sempre più la nostra clientela”. È così che alle storiche linee green se ne sono affiancate di nuove: “Pigna già dagli anni ’80 realizza quaderni con carta certificata e carta riciclata, come nella linea Pigna Nature Flowers, che ancora oggi riscuote grande successo e ha ispirato la prima collezione di Monocromo green in carta riciclata. La sfida di Pigna oggi è di estendere sempre più la gamma di prodotti sostenibili”.
Un processo che ha portato con sé anche altri sforzi: “Per le nostre lavorazioni utilizziamo macchine flessografiche ecologiche, con inchiostri all’acqua. Siamo molto attenti alle emissioni e stiamo cercando soluzioni alternative al politene per gli imballaggi. Abbiamo progetti importanti in cantiere e per la prima volta da quest’anno affiancheremo al bilancio civilistico anche un rapporto di sostenibilità”. Tappe cruciali che segnano una rotta precisa, ma non priva di criticità: “Oggi c’è sempre più competitività e la difficoltà è affrontare i costi di una produzione sostenibile in base all’offerta e al mercato”.
Il ruolo dei consumatori, cruciale per sviluppare un mercato più sostenibile
Fondamentale in questo quadro è dunque la domanda da parte dei consumatori, che fortunatamente “sta crescendo”, come dimostrano gli ottimi risultati della linea Monocromo green, in carta riciclata e con un costo di poco superiore al tradizionale. Un nodo cruciale è rappresentato dalle scuole, dove spesso sono gli insegnanti a indicare il materiale da acquistare, penalizzando la carta riciclata, per la sua tonalità più scura (anche se ormai la differenza con la carta nuova si è ridotta moltissimo rispetto al passato). “Per rendere più bianca la carta riciclata bisogna usare degli sbancanti chimici, che ne diminuirebbero la sostenibilità”, spiega il presidente. “Se tutte le scuole passassero a utilizzare carta riciclata oltre alla Fsc (importante per salvaguardare la deforestazione), noi saremmo pronti ad aumentarne la produzione. Il tema è rendere sostenibile tutto il flusso operativo, inclusi gli imballaggi. Sono investimenti importanti che vanno fatti man mano che cresce il mercato”.
Prodotti con più marginalità sono invece quelli del mondo degli adulti del nuovo brand PdiPigna, un progetto innovativo e ambizioso nato nel segno dello slow writing, per riappropriarsi del piacere fisico e sensoriale della scrittura a mano in un’epoca iperdigitalizzata. Una collezione di taccuini e agende cento per cento sostenibili e made in Italy, realizzati con carta naturale riciclata ricavata da fibre di cotone organico, ecocompatibile e certificata Fsc.
Green Pea by Pigna, qualità e sostenibilità
In questo quadro si inserisce una collaborazione molto importante per l’azienda: quella con Green Pea, il primo green retail park inaugurato a Torino grazie a un’idea del fondatore di Eataly Oscar Farinetti e dedicato al rispetto del pianeta e di chi lo abita. Qui si trovano solo prodotti di qualità e a basso impatto sull’ambiente. A questi canoni risponde perfettamente la capsule Green Pea by Pigna, che include quaderni e notebook realizzati solo con carta proveniente da fibre organiche riciclate e scarti alimentari, come il caffè, l’oliva e il kiwi e il cotone; e zaini in fibra ecologica Pet proveniente dalle bottiglie di plastica e riciclabile.
Abbiamo abbracciato il progetto Green Pea da subito per la comunione di valori che condividiamo col gruppo Eataly, come l’eccellenza dell’italianità, l’amore per il fatto bene e la sostenibilità.
Pigna come ambassador dell’eccellenza italiana
Questo sodalizio con Green Pea è un esempio virtuoso di come l’economia circolare possa generare nuove idee e occasioni di scambio e crescita, come spiegato da Fagioli: “Per Pigna è un percorso strategico, visto l’ambizioso piano di aperture di store di Green Pea nel mondo che è perfettamente in linea con la nostra strategia di sviluppo verso i mercati esteri”.
Un volano perfetto per dare sostegno al ruolo dell’azienda come ambassador dell’eccellenza italiana nel mondo. Com’era accaduto anche nel 2019, quando il Moma design store di New York invitò Pigna a rieditare alcune delle sue storiche capsule collection per il suo primo pop up store dedicato al made in Italy, il Fattobene Pop Up. Un’occasione unica, arrivata grazie all’installazione creata da Pigna alla Design week di Milano e intitolata Dal boom economico ai figli dei fiori, che metteva in mostra una selezione delle più belle copertine dei quaderni Pigna prodotte tra gli anni Cinquanta e Settanta. L’iniziativa faceva parte degli eventi che celebravano i 180 anni del brand e fece subito innamorare il curatore del Moma in visita a Milano. Sono nate così le capsule Bella Copia e Nero Oriente, ispirate a iconici quaderni degli archivi storici Pigna e oggi messi in commercio.
Parole per il pianeta, l’impegno di Pigna per la scuola
Non si può pensare a Pigna senza pensare alla scuola e all’apprendimento. Basti dire che, ancora prima dell’avvento della televisione, i quaderni Pigna hanno contribuito ad alfabetizzare l’Italia, entrando per sempre nell’immaginario collettivo. E ancora oggi è tra le mani degli scolari alle prime armi e degli studenti più navigati che gran parte dei prodotti Pigna prende vita ogni giorno, dando letteralmente carta bianca non solo ad appunti e lezioni, ma anche a sogni, idee e progetti. A righe o a quadretti i quaderni resistono anche all’epoca digitale, come alleati fondamentali dell’apprendimento. Ecco perché per Pigna la scuola è da sempre un interlocutore prezioso a cui continuare a dedicare progetti educativi al passo coi tempi. Oggi il grande obiettivo è l’alfabetizzazione sostenibile. In questa direzione va il concorso Parole per il pianeta, inaugurato quest’anno per le scuole primarie e pensato per diffondere la cultura della sostenibilità in modo creativo e coinvolgente.
“Il supporto all’educazione è da sempre nel dna di Pigna”, spiega Fagioli. “Crediamo nei progetti che promuovono nelle scuole, fin dalle classi elementari, la sensibilizzazione su temi rilevanti, come la sostenibilità. Parole per il pianeta è un progetto concreto che entra nelle scuole nell’ora di educazione civica, coinvolge i ragazzi stimolando il loro pensiero creativo nei vari ambiti della sostenibilità, acqua, riciclo, animali, alberi”. Le attività, basate sugli obiettivi dell’Agenda 2030, si sono sviluppate nell’arco dell’intero anno scolastico, spaziando tra le varie discipline e si concluderanno con un contest finale che coinvolgerà tutti, premiando le classi “con la migliore capacità di immaginare e costruire un presente e un futuro migliore”.
A dimostrazione del grande interesse che c’è oggi per questi temi è la straordinaria risposta ricevuta dalle scuole, tanto da superare anche le aspettative. “Abbiamo coinvolto più di 18mila classi e 45mila studenti circa e 3.600 docenti in tutto il territorio italiano”, prosegue il presidente, annunciando che l’iniziativa avrà un seguito nel prossimo anno scolastico e si estenderà anche alle scuole medie e superiori. “I temi potranno essere diversi, ma sempre molto rilevanti per la società di oggi, come la diversità, l’inclusione e il contrasto al fenomeno del bullismo”.
Tema, quest’ultimo, che è già stato affrontato dal brand aderendo come partner al manifesto Parole ostili, ideato da Annamaria Testa e Rosy Russo, con l’obiettivo di contrastare il fenomeno dell’aggressività in rete, delle fake news e del cyberbullismo. Uno sforzo riassunto in dieci principi che indirizzano verso un’educazione digitale corretta e stabiliscono un impegno di responsabilità condivisa. Perché per innescare grandi cambiamenti e trasformare le idee in azioni concrete è necessario l’impegno di tutti.
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