L’Ungheria di Viktor Orbán ha approvato una legge contro la pedofilia che di fatto equipara quest’ultima all’omosessualità. Il testo vieta la diffusione di materiale che affronta i temi dell’omosessualità e del cambio di genere in contesti a cui hanno accesso persone minori di 18 anni, per tutelarli da pressioni che possano “danneggiare gravemente il loro sviluppo fisico, mentale e morale”. La purga potrebbe colpire anche il mondo dei media, con film e serie tv come Friends che rientrerebbero nella lista di quelli da censurare. Un ennesimo attacco da parte del governo di estrema destra ungherese ai diritti delle persone Lgbtq+, che ha causato estese proteste di piazza nelle ultime ore.
La legge contro la “promozione dell’omosessualità”
La nuova legge è stata presentata da Fidesz, il partito di Viktor Orbán alleato a livello europeo con gli italiani Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Il suo obiettivo ufficiale è offrire maggiore tutela ai minori vittime di abusi e aumentare le pene per reati di pedofilia. Nel testo però si trova anche altro, a causa di un emendamento aggiunto all’ultimo momento e che di fatto include l’omosessualità nel campo del reato di pedofilia oggetto della legge. Mostrare e rendere popolare e mainstream in contesti pubblici frequentati da minorenni materiale che parla di omosessualità e cambio di genere è diventato illegale, per il voto favorevole di 152 parlamentari su 199.
Questo significa che nelle scuole non si potranno più affrontare questi argomenti e che l’educazione sessuale viene bandita dalle classi, a meno che non si concentri sul tema della famiglia tradizionale. Non solo, a rischio ora c’è anche la programmazione dei media ungheresi. Come ha sottolineato il canale televisivo Rtl Klub Hungary, diversi film e serie tv rischiano di finire in seconda serata o non essere più trasmessi: tra gli esempi vengono fatti il Diario di Bridget Jones, Billy Elliot e Friends.
Il presidente Orbán ha sottolineato che in questo modo si vuole frenare una tendenza sempre più diffusa a influenzare lo sviluppo sessuale dei bambini con materiale che può danneggiare gravemente il loro sviluppo fisico, mentale e morale. Un’equiparazione dell’omosessualità alla pedofilia, incluse entrambe nello stesso campo traumatico e riunite sotto la stessa legge.
La crociata anti-Lgbtq+ di Orbán
La legge contro la “promozione dell’omosessualità” è solo l’ultimo mattoncino messo dal governo dell’Ungheria nella sua lotta contro i movimenti Lgbtq+. Nell’inverno scorso il parlamento ha adottato una legge che sottolinea come “la madre è una donna, il padre è un uomo”, vietando le adozioni per le coppie omosessuali che fino a quel momento erano concesse attraverso i genitori single. Dalla primavera del 2020 una normativa impedisce invece di cambiare il genere sui propri documenti di identità, un disconoscimento ufficiale delle persone transgender.
Nelle scorse ore migliaia di persone si sono riversate nelle piazze ungheresi per protestare contro l’ennesimo attacco frontale ai diritti Lgbtq+. Anche l’Unione europea ha acceso i riflettori sulla nuova normativa e ribadito il suo impegno a garantire l’uguaglianza e la non discriminazione nei confronti dei cittadini comunitari. David Vig, direttore della sede ungherese dell’organizzazione non governativa Amnesty international, ha parlato di un giorno buio per i diritti Lgbtq+ e per l’Ungheria, sottolineando come le persone che già affrontano un ambiente ostile saranno ora esposte a una discriminazione ancora maggiore. Secondo Krisztian Rozsa, membro dell’organizzazione per la promozione dell’uguaglianza Foundation for rainbow families, la crociata anti-Lgbtq+ di Orbán è un modo per tenere lontani i riflettori dai problemi del governo, in particolare gli scandali corruzione e pedofilia che hanno interessato alcuni esponenti del partito Fidesz.
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