Carburanti ecologici, auto elettriche, piste ciclabili. E ancora mezzi in sharing, monopattini e multi-modalità. La pandemia ha lasciato il segno e, nei prossimi dieci anni, oltre un italiano su due si dice pronto a rivedere radicalmente le proprie abitudini par quanto riguarda la mobilità. A rilevarlo è una ricerca Bva-Doxa per l’Osservatorio “Change Lab, Italia 2030” realizzato da Groupama Assicurazioni, tra i principali player del settore assicurativo in Italia; al centro dell’indagine ci sono i maggiori trend che nel prossimo decennio cambieranno le abitudini di vita dei nostri connazionali.
Gli intervistati auspicano l’adozione di carburanti al 100 per cento ecologici
La quasi totalità degli intervistati (89 per cento) si aspetta l’adozione di carburanti completamente ecologici, e l’82% di auto elettriche. Pensando alle città del prossimo futuro, un intervistato su due indica come obiettivo un aumento di piste ciclabili e una maggiore presenza di mezzi pubblici, confermando una propensione crescente verso l’intermodalità: più che fare affidamento su un unico mezzo di trasporto principale, si potrà scegliere di volta in volta quello più congeniale in base allo spostamento da affrontare.
I giovani sono certamente quelli più orientati all’utilizzo delle bici: il 52 per cento vorrebbe un maggior numero di piste ciclabili e uno su tre anche più postazioni di bike sharing. Sono invece fredde le aspettative rispetto a una completa scomparsa dell’auto di proprietà in favore di sole auto condivise, la cui possibilità è attesa da meno di un italiano su quattro. Tra le innovazioni futuristiche maggiormente apprezzate spicca il ricorso ad automobili con guida autonoma, desiderato dal ben il 62 per cento del campione.
La mobilità condivisa è pronta a spiccare di nuovo il volo
Se oggi, complice la paura del contagio, persiste ancora una certa reticenza ad utilizzare mezzi di trasporto condivisi (attualmente solo tre italiani su dieci dichiarano di far ricorso ai servizi di car sharing), il trend si inverte decisamente guardando al prossimo decennio, con un forte incremento delle formule alternative di mobilità: il 62 per cento si dichiara pronto alla shared mobility e il 40 per cento ad utilizzare mezzi diversificati in base alle esigenze di movimento.
In questo quadro, l’auto “di famiglia” continuerà ad essere un bene irrinunciabile per la stragrande maggioranza degli intervistati, che però sono sempre più aperti a vagliare soluzioni diversificate – bici, monopattini e mezzi pubblici – per gli spostamenti in città. Come ha spiegato il sociologo e psichiatra Paolo Crepet, la Covid-19 “non ha messo in crisi la voglia di condivisione. Gli italiani, resilienti, sono pronti a cambiare abitudini. Cambiare è sempre difficile, ma è inevitabile”.
Il desiderio di possedere un’auto è correlato alle dimensioni del comune di residenza
Da questo punto di vista, sorprende il dato relativo agli over 55, che ritengono meno indispensabile il possesso di un’auto di proprietà per il 33 per cento. Emerge inoltre una decisa correlazione tra le dimensioni del comune di residenza e la possibilità di vivere senz’auto: la percentuale varia infatti dal 5 per cento per chi abita in piccoli centri con meno di 10mila abitanti, al 10 per cento di chi risiede in grandi città col oltre 100mila abitanti.
“Le tecnologie abilitanti la transizione ecologica e digitale – ha evidenziato Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente – ci indurranno a modificare gli stili di mobilità. Ed è così che nelle grandi città più progredite si vive senza più auto di proprietà, ma spostandosi con un’infinità di mezzi e di servizi diversi: dal monopattino alla metropolitana, dall’auto al tram, dalla bici al bus elettrico, sia pubblici che in condivisione”. Un trend che si riflette anche nelle risposte degli intervistati relative ai parcheggi: per un italiano su tre, nei centri urbani dovrebbero essere nascosti alla vista, mentre per il 30 per cento chiede addirittura di vietare la circolazione delle auto per ridurre lo smog cittadino.
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