Per 9 giovani su 10 sostenibilità ambientale e lotta al riscaldamento globale sono la priorità nell’agenda italiana del futuro prossimo. E l’agricoltura è, per la generazione Z e per i millennials, il settore che prima e meglio degli altri ha interpretato tali priorità. A dirlo è il terzo Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis, intitolato “La riscoperta dell’agricoltura nella youth economy”. Partendo dalla considerazione che i giovani sono i protagonisti del futuro, ancor più nel post-Covid-19, lo studio si è interrogato sul rapporto delle nuove generazioni con la terra, con la produzione e il consumo del cibo, con l’impresa e il lavoro in agricoltura.
Generazione Z e millennials: l’agricoltura rappresenta sostenibilità e opportunità di lavoro
Il 60 per cento della generazione Z (composta dai 15-24enni) considera gli agricoltori il soggetto che più degli altri ha operato per rendere il sistema alimentare sostenibile. Tra i millennials (24-34enni) la quota è del 48 per cento. L’agricoltura sostenibile per i giovani si traduce anche in concrete opportunità lavorative, con l’88,7 per cento dei giovani convinto che essa generi occupazione di qualità, con valori che arrivano all’89,5 per cento tra i giovanissimi della generazione Z. Inoltre, per il 51,7 per cento dei giovani l’agricoltura si rilancerà prima di altri settori nel post Covid-19 e per l’82 per cento la sua ripresa sarà decisiva per quella di altri ambiti oggi in difficoltà, dal turismo alla filiera del food, con valori che restano trasversali a millennials e generazione Z. Quasi il 91,7 per cento dei giovani italiani è favorevole a dare aiuti alle imprese agricole che scelgono di investire nelle tante forme di sostenibilità ambientale.
I valori del sistema agricolo per la società post-Covid
Dai risultati è emerso che i giovani si stanno riavvicinando all’agricoltura non in quanto riscoperta del passato, ma perché rappresenta un sistema di pratiche e valori in sintonia con il mondo che vorrebbero, fatto di attenzione ad ambiente, persone e comunità, molto diverso dalla società in cui si sono abituati a vivere, tra gli effetti della crisi 2008 e dell’attuale emergenza sanitaria. Nonostante il 60,2 per cento dei giovani sia convinto che il percorso verso la ccrescita nel post Covid-19 sarà lungo e difficile e il 43,3 per cento teme di perdere il lavoro, i giovani mostrano un’inattesa tenacia: l’89,8 per cento ritiene che per questa fase così difficile ci si debba sforzare per realizzare i propri progetti e raggiungere i propri obiettivi.
Meno sprechi, più prodotti locali, meno plastica: il futuro secondo i giovani
Millennials e generazione Z hanno idee precise su come vogliono vivere nei prossimi anni, tra digital e sostenibilità. Il 58 per cento farà i propri acquisti, alimentari e non, ricorrendo all’e-commerce e a farlo saranno i giovani della generazione Z (70,2 per cento) oltre che i millennials (54,6 per cento); il 62,8 per cento dei giovani farà più attenzione a ridurre gli sprechi, con quote analoghe tra generazione Z (60,7 per cento) e millennials (63,5 per cento); il 46,4 per cento farà la raccolta differenziata per i rifiuti (il 45,5 per cento tra la generazione Z ed il 46,7 per cento tra i millennials); il 32,2 per cento acquisterà prodotti locali e a km zero per ridurre l’inquinamento (il 26,7 per cento tra genZ e il 34,2 per cento per i millennials); il 32,1 per cento eviterà acquisti di prodotti e/o confezioni in plastica (il 43,8 per cento tra la generazione Z ed il 27,9 per cento tra i millennials).
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