Nella seduta di mercoledì 19 maggio la commissione Affari costituzionali del Senato ha dato il via libera ad alcuni emendamenti che introducono la tutela di animali e ambiente nella Costituzione italiana. Un significativo passo avanti che è stato raggiunto dopo un lungo dibattito non privo di difficoltà.
Come potrebbe cambiare la Costituzione italiana
Nello specifico, gli articoli della Costituzione di cui si propone la modifica sono due. L’articolo 9 fa parte dei principi fondamentali e attualmente è formulato così: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. A questo testo viene aggiunto un comma: “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Viene coinvolto anche l’articolo 41 sulla libertà di iniziativa economica privata. Quest’ultima, sancisce la Carta, “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” e, secondo questa nuova modifica, “alla salute, all’ambiente”. Viene integrato anche il terzo comma: “La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.
Il difficile percorso di questa modifica alla Costituzione
Ora che è stato raggiunto questo primo accordo tra le forze politiche, il disegno di legge sarà sottoposto all’Aula per le due approvazioni previste sia dalla Camera sia dal Senato nell’arco di un anno. Insomma, l’iter sarà ancora lungo, ma già aver posto questo primo mattone è un risultato tutt’altro che scontato. “Dall’entrata in vigore della Costituzione nel 1948, è la prima volta che si interviene sui principi fondamentali e solo altre tre volte è stata modificata la prima parte della Carta”, ha ricordato il presidente della commissione Affari costituzionali Dario Parrini. Finora a mettersi di traverso era stata soprattutto la Lega, fautrice di un’opera di ostruzionismo che si è concretizzata con 246mila emendamenti (poi ritirati).
La soddisfazione degli ambientalisti
Secondo la Lega anti vivisezione (Lav), questo è un “voto decisivo che farà fare un grande passo avanti al nostro Paese” e rappresenta “la premessa a un cambiamento epocale che dovrà tradursi in atti concreti da parte dello Stato, delle produzioni e dei cittadini”.
Si tratta di un risultato “storico” anche secondo Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti per il governo guidato da Mario Draghi. “L’inserimento in Costituzione del riferimento allo sviluppo sostenibile e alle future generazioni sarebbe un risultato davvero straordinario sul piano culturale e politico”.
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