Lo spessore della stratosfera si è ridotto di 400 metri dagli anni ’80 e si assottiglierà di circa un altro chilometro entro il 2080, se non verranno notevolmente ridotte le emissioni di gas serra. A rivelarlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Environmental research letters, che ha spiegato come le modifiche del secondo dei cinque strati in cui è convenzionalmente suddivisa l’atmosfera terrestre possono influire sulle operazioni satellitari, sul sistema di navigazione Gps e sulle comunicazioni radio. Questa notizia arriva a seguito di un’altra importante scoperta: ad aprile gli scienziati avevano dimostrato che la crisi climatica è responsabile dello spostamento dell’asse terrestre e il massiccio scioglimento dei ghiacciai della redistribuzione del peso in tutto il mondo. L’ennesima prova del profondo impatto dell’uomo sul Pianeta.
Cosa dice lo studio sull’assottigliamento della stratosfera
Lo studio è giunto a queste conclusioni utilizzando i dati satellitari degli anni ’80, che ha poi combinato con diversi modelli climatici che includevano le complesse interazioni chimiche che si verificano nell’atmosfera. Ma facciamo un passo indietro: la stratosfera comincia intorno ai 20 chilometri e termina a un’altitudine di circa 50, dove la temperatura raggiunge un massimo di -3 gradi. Al di sotto c’è la troposfera, che è la fascia che si trova a diretto contatto con la superficie terrestre ed è quella in cui viviamo. Quello che gli scienziati hanno scoperto è che nella troposfera la CO2 riscalda ed espande l’aria, spingendo verso l’alto il limite inferiore della stratosfera. Quando poi il biossido di carbonio entra nella stratosfera, raffredda l’aria e la fa contrarre.
“È scioccante – ha affermato Juan Añel, membro del team di ricerca dell’università di Vigo –. Questo dimostra che stiamo interferendo con l’atmosfera fino a 60 chilometri”. La contrazione della stratosfera è, infatti, un chiaro segnale dell’emergenza climatica e dell’influenza che l’uomo ha sul Pianeta. “Alcuni scienziati hanno iniziato a chiamare la parte alta dell’atmosfera ‘ignorosfera’, perché è poco studiata – ha osservato Paul Williams, professore dell’università di Reading nel Regno Unito, che non è coinvolto nella ricerca –. Questo nuovo documento spingerà a migliorare le osservazioni di questo strato distante, ma di fondamentale importanza dell’atmosfera. Trovo comunque straordinario che stiamo ancora scoprendo nuovi aspetti dei cambiamenti climatici dopo decenni di ricerca. Mi chiedo quali altri ci siano che non abbiamo ancora scoperto”.
Le ipotesi iniziali avanzate dagli scienziati
L’ipotesi che la troposfera stesse crescendo in altezza con l’aumento delle emissioni di CO2 era già stata avanzata dagli scienziati, ma questo è il primo studio a portare evidenze scientifiche a supporto di quella che fino ad ora è stata solo una tesi. Inizialmente i ricercatori avevano ipotizzato che la causa dell’assottigliamento della stratosfera fosse imputabile all’erosione dell’ozono, lo strato che assorbe i raggi ultravioletti provenienti dal sole e che si trova nella stratosfera, degli ultimi decenni. Meno ozono si traduce infatti in meno riscaldamento nella stratosfera. Ma la nuova ricerca dimostra invece che è l’aumento del biossido di carbonio a causare la costante contrazione del secondo strato dell’atmosfera terrestre, non i livelli di ozono, che hanno iniziato a risalire dopo che il trattato di Montreal del 1989 ha vietato i Cfc, cioè i composti chimici contenenti cloro, fluoro e carbonio.
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