La polizia israeliana reprime le proteste contro la guerra con il “pugno di ferro”, affermano gli attivisti
di Oren Zi

La sera del 16 gennaio, diverse decine di attivisti si sono riuniti davanti alla Kirya di Tel Aviv, sede del ministero della Difesa e del quartier generale dell’esercito israeliano. Si è trattato di una delle prime manifestazioni della comunità ebraica israeliana di chiara condanna all’attacco militare contro la Striscia di Gaza dall’inizio della guerra, e la polizia ha agito rapidamente per reprimerla: decine di agenti sono stati dispiegati preventivamente e non hanno consentito che la protesta si svolgesse nel luogo previsto. Hanno requisito i cartelli con la scritta “Stop al massacro” perché offendevano il sentimento pubblico. Un attivista è stato arrestato e molti altri sono stati aggrediti dalla polizia.

Questa sequenza di eventi è tutt’altro che isolata. Dal 7 ottobre, la polizia israeliana ha attuato una politica sistematica di prevenzione o limitazione di qualsiasi protesta contro la guerra, a differenza delle manifestazioni di solidarietà per gli ostaggi e le loro famiglie, che sono state autorizzate in alcune zone. Questa politica è ancora in vigore nonostante la Corte Suprema di Israele abbia emesso all’inizio di questo mese un’ingiunzione provvisoria che proibisce al ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir di interferire con le attività di polizia nelle manifestazioni; tuttavia, nella maggior parte dei casi, la polizia sembra comunque applicare la stretta voluta dal ministro sulla libertà di espressione durante la guerra.

Gli attivisti che si oppongono alla guerra in tutto il Paese – cittadini palestinesi ed ebrei – intervistati per questo articolo hanno tutti menzionato una parola: “paura”. Anche gli attivisti politici di vecchia data dicono di non aver mai avuto tanta paura di protestare. Temono di essere arrestati, cosa che per i cittadini palestinesi potrebbe significare mesi di prigione. Oggi più che mai, hanno spiegato, è pericoloso mostrare solidarietà con la popolazione di Gaza e ritengono che la retorica belligerante dei politici abbia un impatto diretto sul comportamento della polizia… continua su +972 Magazine.

t.me/distopia2punto0