Mumbai in India, Miami negli Stati Uniti, Dacca in Bangladesh o ancora Venezia in Italia. Numerose città costiere sono “in prima linea” a causa delle inondazioni provocate dai cambiamenti climatici. E i numerosi milioni di abitanti che ospitano rischiano di dover abbandonare le loro case in futuro. Ciò per via delle emissioni di gas ad effetto serra, che contribuiscono al riscaldamento dell’atmosfera terrestre, alla conseguente fusione dei ghiacci polari e all’innalzamento del livello dei mari.
A rischio anche barriere coralline, agricoltura e infrastrutture
Si tratta di uno degli allarmi contenuti nella bozza del nuovo rapporto dell’Ipcc, il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici. Quattromila pagine che l’agenzia Afp è riuscita a consultare e dalle quali si evince come la crisi climatica possa letteralmente ridisegnare la geografia del Pianeta.
Gli scienziati hanno infatti spiegato che il livello dei mari in tutto il mondo non cessa di aumentare. Ciò comporta tra l’altro un’accelerazione del processo di acidificazione degli oceani, che a sua volta rappresenta una minaccia per le barriere coralline e, più in generale, per la biodiversità marina. Ma le inondazioni costiere potrebbero anche rendere salati numerosi territori, impedendo di fatto le coltivazioni. E potrebbero sommergere infrastrutture come porti e aeroporti.
Le inondazioni già devastanti in alcune nazioni vulnerabili
Si tratta di un problema gigantesco, se si tiene conto del fatto che circa il 10 per cento della popolazione mondiale vive a meno a meno di 10 metri al di sopra dell’attuale livello dei mari. D’altra parte, in una nazione come il Bangladesh le migrazioni climatiche provocate dalle inondazioni sono già cominciate. E un milione di persone potrebbe dover fuggire di qui al 2050.
Ipotizzando infatti una crescita della temperatura media globale di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, la fusione dei ghiacci potrebbe provocare una risalita di 60 centimetri di qui alla fine del secolo. Il risultato sarà che più di 400 milioni di persone rischiano di dover migrare altrove.
Città come Rotterdam e Venezia rischiano di trovarsi sommerse
È il caso, senza sorpresa, di città come Rotterdam, nei Paesi Bassi, il cui territorio è in gran parte al di sotto del livello del mare. Ma anche in Indonesia gli effetti dei cambiamenti climatici si sono fatti sentire con violenza, tanto che la capitale è stata spostata da Giacarta al Borneo, proprio per via delle troppe frequenti inondazioni.
E a riguardarci da vicino sono, anche stavolta senza sorpresa, le problematiche legate alla città di Venezia. Più del 90 per cento delle abitazioni del capoluogo veneto sono a rischio sommissione, e con essi un inestimabile patrimonio storico, culturale e architettonico. Se il livello del mare dovesse salire anche di soli 30 centimetri, gli episodi di acqua alta potrebbero moltiplicarsi e stagnare per settimane nelle strade. Con tutto ciò che ne conseguirebbe.
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