Maiali colpiti ripetutamente con un’asta di ferro, percossi e sgozzati ancora coscienti. L’ultima investigazione di Animal Equality all’interno di un macello con sede a Salvirola, Cremona, simbolo dell’eccellenza italiana, rivela queste e altre terribili immagini che mostrano numerose violazioni delle normative europee in vigore.
Lo stabilimento in questione è Zema S.r.l., leader del settore carni in Italia e all’estero. Degli 800mila suini allevati nel cremonese ogni anno, circa 150mila raggiungono questo impianto di macellazione che, a fronte della pubblicazione dell’inchiesta, è stato chiamato a presentarsi in aula dalla Procura di Cremona per rispondere delle accuse. Nei giorni scorsi, a chiedere conto dei maltrattamenti e delle violazioni che hanno avuto come teatro l’azienda è stato anche il capodelegazione Pd in commissione Agricoltura Matteo Piloni, che ha presentato un’interrogazione alla regione Lombardia.
Cosa mostrano le immagini raccolte nel macello di Cremona
Gli investigatori di Animal Equality hanno raccolto testimonianze scioccanti della sofferenza inaudita che suini e suinetti sono stati costretti a subire all’interno dell’azienda prima e durante la fase di macellazione. A partire dall’attività di scarico presso lo stabilimento, le immagini mostrano come i maiali cadano al suolo cercando di scendere da camion inadeguati, spinti dagli operatori in assenza di rampe apposite per la discesa degli animali. Questo causa inutili ferite e difficoltà di deambulazione negli animali che, tra l’altro, non sono permesse dalla legge. I maiali, inoltre, arrivano presso Zema S.r.l. con cisti, ernie ombelicali, zoppie e in evidenti condizioni di salute precarie, mentre alcuni addirittura arrivano già morti e i loro cadaveri vengono gettati nuovamente all’interno dei camion.
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I maltrattamenti sono la norma
Arrivati all’interno dello stabilimento, nei confronti di questi animali gli operatori commettono numerosi maltrattamenti. Calci, colpi con aste e maiali trascinati per le orecchie o per le zampe, perfino con uncini, rappresentano violazioni sistematiche del benessere animale e delle disposizioni previste dalla legge in materia. Come se non bastasse, attraverso le immagini, si arriva ad assistere a casi di vere e proprie uccisioni crudeli. In particolare, è visibile un operatore che colpisce ripetutamente un maialino in testa con un’asta di ferro e poi lo scaglia contro un muro gettando in seguito il corpo dell’animale morente oltre il recinto. Nel frattempo, altri maiali con traumi, agonizzanti o già deceduti, sono lasciati in mezzo agli altri animali vivi che attendono la macellazione.
Questo significa che i maiali sono coscienti della sofferenza dei loro compagni e provano dolore e paura per ciò che accade attorno a loro.
Gli animali sono coscienti e cercano di scappare
Giunti alla fase della macellazione, le violazioni delle norme del benessere animale proseguono. E lo stress e il dolore degli animali diventano infernali. Allo stordimento inefficace ed eseguito in maniera illegale su gruppi di animali da parte degli operatori, si accompagnano pratiche di mutilazione di alcuni animali ancora prima dello stordimento stesso, tant’è vero che alcuni maiali vengono messi sul nastro trasportatore con le zampe parzialmente staccate dal resto del corpo. Ancora coscienti, questi animali sono stati ripresi mentre continuano a muoversi e tentano di scappare dagli operatori, proprio perché il mancato stordimento causa enorme dolore anche nella fase di uccisione e dissanguamento.
Secondo l’analisi di queste immagini da parte di veterinari e legali esperti di benessere animale, queste riprese denotano una grave mancanza di controlli e di rispetto delle norme da parte degli operatori, in qualunque fase della produzione.
Attenzione: le immagini che seguono potrebbero urtare la sensibilità di alcuni utenti
Una petizione contro queste crudeltà
In Italia vengono macellati ogni anno più di 550 milioni di animali e altrettanti milioni sono costretti a subire un viaggio terribile verso una fine cruenta, spesso in condizioni illegali.
Attraverso 14 inchieste proprio nei macelli italiani, Animal Equality ha dato voce alla sofferenza inimmaginabile di maiali, bovini, conigli, agnelli e polli che ogni giorno sono prigionieri degli allevamenti industriali e di condizioni di vita disastrose. A partire da dicembre 2017, Animal Equality ha lanciato una petizione rivolta al Ministero della Salute e a quello dell’Agricoltura per mettere fine a queste crudeltà che avvengono ogni giorno nei macelli italiani.
La campagna ha superato le 200mila firme di cittadini italiani che chiedono l’introduzione di sistemi di sorveglianza a circuito chiuso come strumento deterrente, l’abolizione di ogni tipo di deroga allo stordimento degli animali, l’inasprimento delle pene oltre la semplice multa per chi si macchia di crimini contro gli animali all’interno dei macelli e l’aumento dei controlli, più frequenti e soprattutto non concordati con le direzioni dei macelli.
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