Un po’ d’erba non fa mai male. Anzi… a volte per i nostri amici a quattro zampe la fame di tenera erbetta può portare grandi benefici all’apparato gastroenterico e aiutare a espellere sostanze e agenti dannosi. L’erba dei prati, quella che possiamo seminare anche nell’orto di casa comprando delle semplici bustine di comuni semi di loietto, orzo grano, valeriana o nepeta cataria, è particolarmente apprezzata dagli amici animali.
L’erba può avere diversi ruoli, anche per le specie non erbivore, ed è apportatrice di microrganismi che possono arricchire la flora intestinale. È anche una fonte privilegiata di fibra grezza, e fornisce sempre preziosi elementi nutritivi. I cani ingerendo steli di erba riescono a ripulirsi lo stomaco, depurarsi, liberarsi dagli eccessi di succhi gastrici o da eventuali corpi estranei. I gatti, invece, possono eliminare il pelo che ingeriscono leccandosi per le quotidiane pulizie a cui si sottopongono. In ogni caso, comunque, l’erba svolge una funzione meccanica benefica e positiva.
Ma cosa fare nel caso in cui il micio o il cane vomita e continua a mangiare l’erba per forzare l’espulsione di ciò che gli dà fastidio? E quando questo atteggiamento diventa compulsivo e sembra nascondere un problema più serio? Mylav, laboratorio di analisi veterinarie – con la consulenza di Magda Gerou Ferriani, medico veterinario specializzato in medicina interna per piccoli animali, e di Enrico Bottero, veterinario esperto in citologia dell’apparato gastroenterico e respiratorio, endoscopia, malattie respiratorie e gastroenterologia – ha voluto fare il punto sulla tematica, dando anche qualche utile consiglio su come comportarsi per evitare che il sintomo peggiori e diventi grave.
Fame d’erba, cosa può nascondere
Per quanto riguarda l’ingestione di erba occasionale con successivo vomito, questa non va considerata anormale se si tratta di un evento sporadico. Del tutto anomalo è, però, il mangiare in modo continuativo erba, associato ad appetito capriccioso e a rifiuto del cibo, vomito e abbattimento, continua masticazione, salivazione eccessiva o leccamento delle superfici. Questi ultimi atteggiamenti, infatti, possono essere espressione di problemi comportamentali o organici, da distinguere e quindi da riferire al proprio medico veterinario il prima possibile.
Frequenti episodi di vomito potrebbero, infatti, essere i sintomi di una gastrite da iperacidità, di una dieta sbagliata o non equilibrata, di allergie o intolleranze, oppure l’animale potrebbe aver ingerito un corpo estraneo di cui non riesce a liberarsi. Inoltre, anche pancreatiti o problemi epatici possono manifestarsi attraverso ripetuti e continui episodi di vomito. Per contro, quando l’erba non viene ben masticata, i suoi fili solleticano lo stomaco, provocano un movimento delle sue pareti, di quelle dell’esofago e di quelle dell’intestino. Da qui il vomito, che facilita l’espulsione di cibo non digerito o di piccoli corpi estranei come sassolini, semi di piante o noccioli di frutta, se posizionati nella parte alta dell’apparato digerente, e diventa perciò utile per ripulire l’apparato gastroenterico. Mangiare l’erba può anche stimolare l’evacuazione attraverso le feci, se il corpo estraneo è posizionato a livello intestinale.
L’erba non è, però, solo una strategia adottata dai nostri cani e gatti per stimolare la peristalsi. Dal punto di vista comportamentale può anche essere uno strumento di arricchimento ambientale per gatti annoiati da una vita monotona e solitaria solo casalinga, così come un utile deterrente per evitare che mangino le piante d’appartamento (alcune delle quali possono essere velenose) o una fonte naturale di acido folico (la vitamina B9), indispensabile nel processo di emopoiesi e quindi utile a contrastare le anemie.
Come regolarsi nel quotidiano
In conclusione è bene sapere che mangiare l’erba può essere qualcosa da considerarsi normale, oppure un sintomo legato a una problematica organica o anche una semplice manifestazione di stress, noia o ansia. È utile ricordare, per esempio, che il movimento della mandibola, e dunque la masticazione, ha conseguenze fisiologiche molto importanti: aumenta la produzione di endorfine e serotonina nel cervello con conseguente effetto benefico sull’umore, così come può abbassare il livello di cortisolo e di adrenalina, favorendo uno stato di rilassamento.
Fondamentale è comunque distinguere il vomito dal semplice rigurgito. Il vomito è un atto che coinvolge molti organi e muscoli, ha un tempo piuttosto lungo di preparazione ed è un segno che può essere patologico, ma non sempre. Il rigurgito, invece, qualche volta è associato a una patologia, nonostante sia meno evidente e meno plateale nella manifestazione e spesso preoccupi meno il proprietario che sbaglia a sottovalutarlo. Nel caso di rigurgito, l’espulsione di sostanza avviene in modo improvviso, passivamente, senza salivazione, conati o contrazioni addominali. E allora, visto che potrebbe non essere così semplice fare le giuste distinzioni, per togliersi qualsiasi dubbio il consiglio è uno solo: rivolgersi al proprio veterinario di fiducia in caso di dubbi o sospetti che possano coinvolgere il benessere del nostro amico a quattro zampe.
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