Un mobility manager per razionalizzare in ottica sostenibile gli spostamenti tra la propria abitazione e il luogo di lavoro. Se ne parla da tanti anni, dal “decreto Ronchi” del 1998; ma ora l’istituzione di questa figura diventa realtà dopo la firma del decreto che ne delinea le funzioni, da parte del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e di quello delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Enrico Giovannini.
Coinvolte migliaia di imprese
Tutto ruota intorno al Piano degli spostamenti casa-lavoro (Pscl), lo strumento di pianificazione dei movimenti quotidiani del personale dipendente. Entro il 31 dicembre di ogni anno, una vasta platea di aziende sarà tenuta a presentare il proprio Piano, che sarà redatto proprio dal mobility manager. La misura riguarda le imprese e le pubbliche amministrazioni con singole unità locali con più di 100 dipendenti situate in un capoluogo di regione, in una città metropolitana, in un capoluogo di provincia o in un comune con popolazione superiore a 50.000 abitanti; ma anche quelle che non rientrano in questi parametri, potranno procedere facoltativamente all’adozione del Pscl del proprio personale dipendente. Le limitazioni alla mobilità imposte dalla pandemia hanno contribuito a decongestionare il traffico urbano ma, in vista delle graduali riaperture, questa misura potrà essere decisiva per contenere i livelli di inquinamento dell’aria, anche alla luce del massiccio ritorno all’uso dei mezzi privati registrato negli ultimi mesi.
I compiti del mobility manager
Oltre a redigere il Piano degli spostamenti, il mobility manager dovrà promuovere l’adozione di una cultura della mobilità in ottica sostenibile e contribuire a decongestionare il traffico, soprattutto nelle aree metropolitane più critiche. Lavorerà a stretto contatto con il mobility manager d’area, che si occuperà del supporto al Comune territorialmente competente presso il quale sarà nominato nella definizione e implementazione di politiche di mobilità sostenibile, nonché nello svolgimento di attività di raccordo tra i mobility manager aziendali. Queste due figure saranno nominate tra soggetti in possesso di un’elevata e riconosciuta competenza professionale e comprovata esperienza nel settore della mobilità sostenibile, dei trasporti o della tutela dell’ambiente; per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni, il decreto prevede che tale figura sarà scelta tra il personale già in ruolo, e non comporterà quindi nuovi o maggiori incarichi a carico della finanza pubblica. Nell’ambito dei programmi di finanziamento per la realizzazione di interventi di mobilità sostenibile promossi dai Ministeri, potrà infine essere assegnata una premialità ai Comuni che presenteranno un progetto derivante dall’integrazione e dal coordinamento di più Piani degli spostamenti casa-lavoro relativi al proprio territorio.
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