I veicoli elettrici sono pronti al grande salto, con un passaggio da 11 a 145 milioni entro la fine del decennio. Un’eventualità che contribuirebbe a cancellare la domanda di milioni di barili di petrolio ogni giorno. L’Agenzia internazionale per l’energia ha pubblicato il suo primo rapporto sulla mobilità elettrica, che evidenzia le grandi potenzialità del settore e al contempo gli aspetti che ne limitano la piena esplosione: servono azioni ancora più decise da parte dei governi e importanti investimenti nel campo delle batterie e delle infrastrutture di ricarica.
Un mercato in fermento nonostante la pandemia
Se i principali Paesi decidessero di incoraggiare la produzione di veicoli a basse emissioni di carbonio – sufficienti a mantenersi entro gli obiettivi climatici globali -, in numero di veicoli elettrici circolanti nel mondo nel 2030 potrebbe salire addirittura fino a 230 milioni. Già le attuali tendenze del mercato, d’altronde, parlano chiaro: l’Agenzia rileva come nel primo trimestre di quest’anno le vendite di auto, furgoni, camion e autobus alimentati a batteria abbiano superato di 2,5 volte il dato del 2020, quando la pandemia ha causato una pesante recessione dell’economia globale.
Lo scorso anno si è registrata una contrazione dell’industria automobilistica globale del 16 per cento, eppure nel mondo sono state immatricolate tre milioni di nuove auto elettriche, portando il totale a dieci milioni. I consumatori hanno speso 120 miliardi di dollari per questo tipo di veicoli – un dato in aumento del 50 per cento – anche perché le case automobilistiche hanno messo sul mercato 370 modelli, con una crescita del 40 per cento in un anno. Tutto lascia presagire che la corsa per conquistare questo mercato accelererà in maniera considerevole: 18 delle 20 maggiori case automobilistiche (che rappresentano il 90 per cento dell’industria automobilistica globale) si preparano ad aumentare il numero di modelli elettrificati offerti.
Gli impatti dei veicoli elettrici sulle compagnie petrolifere
L’industria energetica segue da vicino un trend che, inevitabilmente, avrà implicazioni significative sulle compagnie petrolifere. Sulla base dei target mondiali di riduzione delle emissioni, i veicoli elettrici potrebbero rendere non più necessari più di 2 milioni di barili al giorno di diesel e benzina entro il 2030, con un risparmio di 120 milioni di tonnellate di anidride carbonica; un dato che, a fronte di azioni ancora più incisive a livello politico, potrebbe salire fino a 3,5 milioni di barili. “Le attuali tendenze di vendita sono molto incoraggianti – ha spiegato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia – ma i nostri obiettivi climatici ed energetici condivisi richiedono un’accettazione ancora più rapida da parte del mercato”.
Secondo il rapporto, produrre veicoli elettrici in numero adeguato per mettere il mondo sulla strada giusta rispetto agli obiettivi climatici, sarebbe una “sfida formidabile” che va sostenuta con “un’ambizione più forte da parte di tutti i Paesi”. L’Agenzia prevede che i progressi tecnologici nel campo delle batterie e nella produzione di massa di auto elettriche, finiranno per ridurre i costi e con essi la necessità di sussidi governativi. Ma al contempo questo decennio richiederà politiche che promuovano l’introduzione di veicoli medi e pesanti a basse emissioni di carbonio, oltre a maggiori investimenti nell’installazione di infrastrutture di ricarica rapida.
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