Dopo undici giorni di conflitto armato tra l’esercito di Israele e i combattenti palestinesi, il governo guidato da Benyamin Netanyahu e le autorità di Hamas hanno accettato di instaurare un cessate il fuoco “reciproco e simultaneo”. La decisione è arrivata nella serata di giovedì 20 maggio: poche ore dopo, alle 2 di notte, la tregua è entrata in vigore.
Festeggiamenti nella Striscia di Gaza all’annuncio del cessate il fuoco con Israele
Fino a poco prima, l’aviazione della nazione ebraica ha continuato a sganciare bombe sulla Striscia di Gaza. E le sirene d’allarme per i lanci di razzi hanno continuato a suonare nella porzione meridionale del territorio israeliano. Alla notizia dell’accordo per un cessate il fuoco, migliaia di palestinesi si sono riversati nel centro di Gaza City per festeggiare. Anche in altre città della Cisgiordania gli abitanti hanno celebrato l’annuncio.
L’accordo è frutto di un lungo e meticoloso lavoro portato avanti soprattutto dall’Egitto, che ha mediato tra israeliani e palestinesi. Ed è stato agevolato dalla posizione assunta, alla fine, dagli Stati Uniti di Joe Biden. Quest’ultimo, per numerosi giorni ha preferito infatti mantenere una posizione nettamente vicina a quella di Netanyahu. Nel corso delle riunioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, infatti, Washington ha posto, a più riprese, il proprio veto sulle risoluzioni che chiedevano uno stop alle ostilità.
Dalle Nazioni Unite un appello per la ricostruzione in Palestina
Giovedì, tuttavia, la Casa Bianca ha deciso di cambiare strategia, schierandosi a favore di una tregua. “Sono convinto del fatto che entrambe le popolazioni meritino di vivere in sicurezza, in libertà e di prosperare”, ha affermato il presidente degli Stati Uniti.
Il bilancio degli oltre dieci giorni di scontri tra Hamas e Israele è di 232 morti tra i palestinesi, tra i quali 65 bambini. Le vittime nello stato ebraico sono invece dodici, tra le quali un bambino, un adolescente e un militare. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha lanciato anche un appello alla comunità internazionale affinché si avvii un processo di “ricostruzione a sostegno del popolo palestinese”.
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