Aprono musei, gallerie e spazi espositivi e finalmente torna la possibilità di visitare le mostre posticipate sinora per la pandemia. Ve ne proponiamo 4 dedicate alla fotografia che in modi diversi ci raccontano quest’arte grazie all’obiettivo di artisti molto diversi tra loro. Andiamo appena oltre confine in Svizzera, a Milano e nel suo hinterland e poi a Venezia. La collezione Thomas Walther del Moma, gli scatti di Tina Modotti, i fotoracconti di un concorso di fotogiornalismo e infine la poesia per immagini di Mario de Biasi. Se potete, fate un tour seguendo questi consigli.
A Lugano, Capolavori della fotografia moderna
Vale un breve sconfinamento questa bella mostra organizzata in Svizzera, nel Canton Ticino, dove è arrivata la collezione Thomas Walther del Museum of modern art di New York. La location è il Lac di Lugano, sempre suggestivo con la sua imponenza strutturale che si affaccia sul lago, e gli scatti esposti raccontano la grande passione di un collezionista che negli anni ha raccolto oltre 200 fotografie della prima metà del ventesimo secolo. Una collezione talmente bella e di valore che il Moma se l’è comprata.
È la prima volta che è esposta in Europa ed è preziosa per chi voglia capire cosa accadde nell’arte della fotografia in quegli anni di mutamenti. Vedrete molte cose diverse: eccentrici ritratti che scavano nella psicologia di chi è immortalato, nature morte e immagini industriali che paiono modernissime, preziose “miniature” che sembrano francobolli pregiati. Nomi altisonanti del mondo della fotografia come: Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand, Walker Evans o Edward Weston e europei come Karl Blossfeldt, Brassaï, Henri Cartier-Bresson, André Kertész e August Sander. Fino al primo agosto, il biglietto costa 20 franchi.
A Milano, Tina Modotti, donne Messico e libertà
Attrice, fotografa e attivista, Tina Modotti è stata una donna italiana internazionale e moderna. Un’intellettuale che ci rammarichiamo di aver perso troppo presto. La sua vita è stata intensamente tragica ma anche piena e meravigliosa. Gli amori, le lotte, le perdite e le conquiste hanno tutti lasciato un segno nella sua opera artistica, nell’occhio con cui guardava ciò che accadeva. In Messico soprattutto, terra che ha eletto a patria e ha amato ma anche il paese e il “regime” che le ha tolto l’amore e a volte la libertà.
Tutta Tina è raccontata in questa bella mostra: i primi anni, i ritratti da attrice in cui veniva immortalata per esaltarne la bellezza, ma anche l’esperienza e la vita tra i più umili campesinos in Messico. La politica, le manifestazioni, le amicizie “importanti”. Stupende le vecchie fotografie ricordo conservate nella teca e le lettere scambiate con gli amici. E alla fine, della mostra e della sua esistenza, la poesia scritta per la morte da Pablo Neruda. Da non perdere per conoscere di più di una donna indimenticabile. Fino al 7 novembre, biglietto 12 euro.
Venezia, Mario De Biasi fotografie 1947-2003
In un’intervista, Silvia De Biasi, figlia del fotografo Mario e responsabile dell’immenso archivio che ne raccoglie le opere, ha raccontato l’emozione e lo stupore, ma anche la fatica, di ritrovarsi a catalogare tutte quelle fotografie. Non si trattava solo di lavoro, ma dell’intera esistenza di suo padre che passava tra le sue mani. La mostra alla Casa dei tre Oci di Venezia va vista quindi non solo come un’antologica di questo artista, ma come il racconto di un’epoca, la sua. Sono 216 gli scatti esposti e immortalano i fatti accaduti in tutti e 5 i continenti.
Mario De Biasi infatti è stato soprattutto un fotoreporter per il settimanale Epoca e seguendo gli avvenimenti cruciali del globo, lo ha praticamente girato e visto tutto, o quasi. Oltre alle fotografie, in mostra troverete documenti e ricordi come i telegrammi che la casa editrice del giornale inviava alla famiglia di De Biasi per avvertirla di dove si trovasse Mario. Così, questa è anche l’occasione di pensare alla professione di fotografo oggi e allora. Mondi completamente diversi. Quasi 60 anni di arte, giornalismo e vita. Imperdibile, fino al 9 gennaio 2022, ridotto a 9 euro fino a fine maggio per tutti.
San Donato Milanese, Premio internazionale di fotogiornalismo Andrei Stenin
Perché andare a San Donato Milanese, centro come tanti nell’hinterland di Milano? Ecco la risposta. Dal 14 maggio al 30 giugno 2021, saranno esposti 77 scatti selezionati tra quelli partecipanti al Premio internazionale di fotogiornalismo Andrei Stenin. Forse è un nome che non vi dice nulla, ma il fotografo russo Andrei Stenin, è morto nel 2014 a soli 34 anni mentre documentava la guerra in Ucraina. Mentre faceva il suo lavoro. Stenin ha lavorato per svariate agenzie giornalistiche russe e internazionali, tra cui Rossija Segodnja, Ria Novosti, Kommersant, Itar-Tass, Associated Press, Reuters e Agence France-Presse. A lui è dedicato questo concorso che premia le migliori “storie per immagini” in queste categorie: notizie principali, sport, il mio pianeta e ritratto.
Le opere sono esposte alla Cascina Roma fotografia in piazza delle Arti 6 a San Donato Milanese e poi all’aperto in vari punti della città, portando così la fotografia a contatto diretto dei cittadini. Nella categoria “Notizie principali” ha meritato il primo posto lo straziante scatto della fotografa inglese Lynzy Billing,“Giustizia affossata”, in cui il corpo di Ferdinand Santos (ucciso il 14 gennaio 2019) galleggia come un Cristo sotto un ponte a Tondo, Manila, appesantito da un secchio pieno di cemento con catene (foto nella gallery). Grande fotografia internazionale, fino al 30 giugno, ingresso libero. Correte.
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