Nei giorni scorsi e in vista della Giornata della Terra 2021 del 22 aprile, i due gruppi britannici di etichette indipendenti più grandi e influenti al mondo, Beggars group e Ninja tune, hanno annunciato i loro piani per ridurre le emissioni di carbonio e diventare carbon negative entro il prossimo decennio.
Beggars group e Ninja tune ospitano rispettivamente marchi come Matador, Rough trade, XL recordings, Y oung e Technicolour e Big dada, recentemente rilancia come etichetta dedicata ad artisti di etnia nera e appartenenti a minoranze etniche.
Insieme, annoverano un vasto numero di artisti del calibro di Radiohead, Thom Yorke, Lou Reed, Mogway, Sonic youth, Adele, Beck, Gothan project, M.I.A., White stripes, Antony and the Johnsons, The xx, Sigur Rós e tantissimi altri.
La scommessa green di Beggars group e Ninja tune è partita a inizio aprile 2021 con l’istituzione dell’Impala sustainability programme, un programma di sostenibilità di cui i due gruppi indipendenti sono tra i membri fondatori.
Il programma include una carta sul clima per l’ente commerciale europeo, ha l’obiettivo di mappare e condividere esempi delle migliori pratiche in tutta Europa a livelli di sostenibilità ambientale e di contribuire a rendere più sostenibile il settore della musica indipendente europea, puntando alla rimozione permanente di CO2 dall’ecosistema per i propri membri entro il 2030.
In quanto influente industria culturale, la musica deve fare la sua parte nel guidare e nel richiedere un cambiamento sistemico. Gli artisti vogliono e si aspettano che l’industria discografica si concentri sulla sostenibilità.
L’importanza di essere carbon negative
L’impegno delle due società per ridurre le emissioni di CO2 è stato annunciato all’inizio di Turn up the volume, settimana di eventi dedicati alla sensibilizzazione dell’industria musicale sul cambiamento climatico e organizzata da Music declares emergency, gruppo di artisti, professionisti dell’industria musicale e organizzazioni impegnati a contribuire per un futuro carbon neutral.
Ninja tune, che si impegna a diventare carbon neutral entro la fine del 2021 e carbon negative negli anni avvenire, in un post su Instagram ha fatto sapere: “Come molte persone, siamo preoccupati per l’emergenza climatica ed ecologica, per le catastrofi meteorologiche, alimentari e idriche causate dalle emissioni di gas serra e da altri tipi di inquinamento. Stiamo cambiando il modo in cui operiamo, passo dopo passo (…) L’industria musicale non è diversa da qualsiasi altra industria e dovrà cambiare molto nel prossimo decennio se vogliamo proteggere il Pianeta per i nostri figli e nipoti”.
Anche l’obiettivo di Beggars group è quello di ridurre la propria impronta di carbonio a meno di zero, andando prossimamente a quantificare tutte le emissioni di carbonio, anche all’interno della catena di fornitura e di tutte le etichette del gruppo, con l’impegno di raggiungere l’impatto negativo entro la fine del 2022 nel Regno Unito ed entro il 2024 negli Stati Uniti.
“Secondo l’International panel on climate change (Ipcc), abbiamo tempo fino al 2030 per evitare una sostanziale disgregazione del clima e dell’ecosistema”, si legge sul sito ufficiale di Beggars group, “Agire sulle questioni di sostenibilità è importante per i nostri stakeholder, inclusi i nostri artisti e dipendenti, e per il continuo successo della nostra attività. La crisi climatica ed ecologica è una delle grandi sfide che l’umanità deve affrontare e vogliamo che il nostro impatto come azienda sia positivo per l’ambiente”.
Le azioni concrete della musica indie per ridurre le emissioni di CO2
Il piano per il clima di Beggars e Ninja tune prevede azioni estremamente concrete.
Lo scorso marzo, Beggars ha assunto il suo primo responsabile della sostenibilità, Will Hutton, ed entro il 2030 il gruppo prevede di ridurre le emissioni di carbonio interne e quelle legate alla catena di approvvigionamento del 46%, ossia a un tasso in linea con l’obiettivo dell’accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Le emissioni che non potranno essere evitate, saranno neutralizzate con investimenti in progetti di compensazione.
Entrambe le società hanno già installato sistemi di energia rinnovabile nelle loro sedi di Londra ed entro la fine del 2021 trasferiranno tutti i loro siti online a fornitori di energia rinnovabile. Attraverso iniziative di cambiamento del comportamento e una gestione più intelligente degli edifici, ridurranno il consumo di gas ed elettricità negli uffici.
Come riportato da Music Week, Ninja tune, già sostenitrice di Greenpeace, Extinction rebellion, The rainforest trust e altre organizzazioni per il clima, compenserà l’impatto ambientale utilizzando la piantumazione di alberi e la protezione della foresta pluviale.
Come dichiarato dal presidente di Ninja tune, Peter Quicke: “La crisi climatica sta già colpendo milioni di persone, i governi devono agire ora. L’impegno di Ninja tune riflette una spinta attiva verso la sostenibilità, ma è anche un invito a un cambiamento diffuso”.
Anche da un punto di vista della produzione di supporti musicali, entrambe lavoreranno strategicamente con i fornitori per identificare e adottare tecniche di produzione per vinili e cd a basso impatto, incoraggiando gli impianti di pressatura a passare a energie rinnovabili. Ninja tune ha rimosso le custodie per cd già nel 2008 ed è passata a vinili da 140 granni invece che 180 grammi; in futuro tutte le copertine di cd e dei vinili saranno realizzate con cartone e carta riciclati e imballaggi provenienti da fonti sostenibili.
Le operazioni logistiche verranno ottimizzate e punteranno al trasporto marittimo, abbassando anche l’impronta di distribuzione digitale. Infine, i viaggi d’affari saranno ridotti al minimo e verrà stimolato il coinvolgimento sui temi di sostenibilità fra i dipendenti.
Per Paul Redding, ceo di Beggars: “La musica ha il potere di aiutare a catalizzare l’azione della società sulla crisi climatica, quindi è fondamentale che le aziende come la nostra facciano tutto il possibile per aiutare a proteggere l’ambiente. Non possiamo farlo da soli. Siamo solo una piccola parte di una comunità più ampia composta da artisti, associazioni musicali e fornitori, ed è essenziale che lavoriamo in modo coordinato per affrontare insieme le questioni di sostenibilità come industria”.
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