Con l’arrivo della primavera, e soprattutto del mese di aprile, tutti i proprietari di cani devono correre ai ripari e proteggere i propri amici a quattro zampe dalla leishmaniosi. Si tratta di una diffusa malattia infettiva protozoaria (ovvero provocata da protozoi) trasmessa da un insetto, il flebotomo che, nonostante terapie appropriate e mirate, ha tassi di letalità rilevanti. Ma come si trasmette nel cane e quali sono le zone d’Italia più a rischio? MYLAV, laboratorio di analisi veterinarie che, con un team di esperti a 360°, si prende cura della salute degli animali da compagnia, con la consulenza del dottor Luigi Venco, medico veterinario specialista in clinica dei piccoli animali, ha voluto fare il punto sulla tematica, dando anche qualche prezioso consiglio su come evitare questa frequente malattia. La parola chiave? Prevenire, salvaguardando così la salute dei nostri cani.
Leishmaniosi, una malattia subdola
Se in passato la patologia era diffusa solo nelle regioni italiane del dorsale dell’appenino, collinare e litoraneo, ora in seguito ai cambiamenti climatici, la leishmaniosi si sta propagando anche in territori che sembravano immuni dalla sua presenza, come la pianura padana per esempio. Il flebotomo responsabile della trasmissione della malattia è un insetto ematofago (cioè si nutre di sangue, come le zanzare) che predilige le ore crepuscolari e notturne per cibarsi, ed è soprattutto presente nei mesi più caldi dell’anno.
Quando un flebotomo punge un cane infetto assume il protozoo diventando a sua volta infettante, ossia in grado di trasmettere la patologia pungendo un animale sano. La leishmaniosi non colpisce solo i cani, ma può essere trasmessa anche i gatti e ad altre specie animali selvatiche come i conigli, arrivando a infettare persino l’uomo.
I tre stadi della malattia
In corso di leishmaniosi, i pazienti possono essere suddivisi in tre categorie in base a una combinazione di segni clinici e rilievi di laboratorio. I cani possono essere suddivisi in “esposti”, “infetti” e “malati”. Gli “esposti” sono pazienti clinicamente normali – o con segni clinici riconducibili ad altre malattie – che posseggono titoli anticorpali negativi o bassi (prossimi al valore di “soglia” del laboratorio), ma che sono negativi alla ricerca del parassita mediante citologia e/o PCR.
I cani “infetti” sono, invece, soggetti clinicamente normali – o con segni clinici riconducibili ad altre malattie – ma in cui è stata dimostrata la presenza del parassita nei tessuti mediante identificazione diretta. In questi pazienti, i titoli anticorpali risultano negativi o bassi (prossimi al valore di “soglia” del laboratorio”), ma non sono presenti alterazioni clinico-patologiche riferibili a leishmaniosi.
I “malati” sono i pazienti infetti, in cui la presenza del parassita è dimostrata mediante citologia e/o PCR, indipendentemente dal titolo anticorpale, o con titolo anticorpale uguale o superiore di 4 volte il valore di “soglia” del laboratorio. In questi soggetti si identificano segni clinici e / o alterazioni clinico patologiche riferibili alla patologia. Infine, i “gravemente malati” sono soggetti in cui si identificano gravi condizioni cliniche come nefropatia proteinurica, insufficienza renale cronica, patologie oculari gravi e artropatie.
Prevenzione e cura
Per prevenire la leishmaniosi è necessario utilizzare prodotti antiparassitari a base di piretroidi (sia in pipette sia in collari antiparassitari), da utilizzare in particolar modo nei mesi che vanno da aprile a novembre. Se si abita in una zona particolarmente a rischio, può essere utile limitare le passeggiate serali del cane in campagna così come si dovrebbe fare in genere nelle zone rurali, dove è più alta la concentrazione di flebotomi. È inoltre a disposizione sul mercato un vaccino che non protegge da infezione, ma che riduce di molto la probabilità che un cane infetto sviluppi la malattia clinica.
Purtroppo attualmente una cura in grado di guarire definitivamente dalla leishmaniosi non esiste e, per questo, è meglio mettere in atto tutte le precauzioni possibili per prevenire la malattia. Se un cane ha contratto la leishmania, è necessario intraprendere con il proprio veterinario di fiducia una terapia farmacologica, in base allo stadio della malattia, con lo scopo di controllare i sintomi garantendo uno stato di benessere del quattrozampe.
Sono poi importanti controlli veterinari specifici periodici per tutto il corso della vita dell’animale in base allo stadio clinico, oltre all’utilizzo prodotti antiparassitari specifici, per evitare che diventi fonte di contagio per altri. Mai come nel caso di questa malattia, infatti, il rapporto di fiducia con il proprio veterinario curante diventa basilare per garantire al nostro amico a quattro zampe una vita lunga e serena.
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