Il 18 marzo di ogni anno si celebra la giornata mondiale del riciclo. Un evento il cui obiettivo è quello di sensibilizzare le persone e le aziende a limitare il più possibile il quantitativo di rifiuti prodotti e aumentare quello, appunto di materiali riciclati.
La classifica delle nazioni europee che riciclano di più i rifiuti urbani
Ancora oggi, infatti, molti oggetti che usiamo quotidianamente finiscono troppo facilmente nei secchioni dell’indifferenziata. Un problema gigantesco, se si tiene conto dell’impatto del ciclo dei rifiuti sull’ambiente e sui cambiamenti climatici. Secondo un rapporto pubblicato nel dicembre del 2019 da Zero Waste Europe, “quantità sempre più importanti di rifiuti prodotti dalle famiglie in Europa vengono incenerite per la produzione di energia. Secondo i dati di Eurostat si tratta di circa 70 milioni di tonnellate”. Il che si traduce in emissioni di CO2 che possono superare i 100 milioni di tonnellate all’anno.
Inoltre, nella maggior parte dei casi lo spostamento dei rifiuti verso i centri di trattamento è effettuato tramite camion. Che consumano a loro volta combustibili fossili per muoversi. Nel caso dei rifiuti di plastica, poi, esiste un problema ambientale e sanitario, dal momento che molti di questi finisco in mare e di conseguenza nella catena alimentare.
Molti prodotti non vengono trattati in Europa ma esportati altrove
Secondo quando comunicato nel 2018 dal Parlamento europeo, soltanto il 30 per cento dei rifiuti di plastica viene riciclato. E la metà di questi viene esportata addirittura al di fuori dei confini dell’Unione Europea per essere trattata. Ciò, specifica l’istituzione comunitaria, “per mancanza di capacità, di tecnologia e di risorse finanziarie che servirebbero per assicurare il trattamento in loco”.
Inoltre, i dati sono molto variabili tra nazione e nazione. Come dimostra il grafico pubblicato in questo articolo, relativo a tutti i rifiuti delle aree urbane (non solo quelli di plastica). I dati, forniti da Eurostat, indicano che Germania, Austria e Paesi Bassi risultano le nazioni con i valori in percentuale più alti. L’Italia risulta invece ottava.
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