Ancora oggi vediamo sempre più frequentemente tensioni su questioni come l’indipendenza richiesta da alcune minoranze etniche. Potremmo citare la Scozia o la Catalogna. Purtroppo la Procura data alla UE dagli stati membri non contempla il principio di autodeterminazione dei popoli come nella carta delle Nazioni Unite e questa è una grande incongruenza nel panorama internazionale. C’è comunque da dire che molti passi verso questa riforma sono stati e si stanno facendo per permettere anche che gli animi possano calmarsi. In alcuni Stati, come anche in Italia da circa un decennio si è arrivati a nuove forme statutarie non più improntate sulla territorialità ma incentrate direttamente sull’Essere Umano. E’ in questi contesti che la Confederazione muove i suoi passi, creando dialogo tra le parti e cercando di legittimare le scelte di questi popoli in quanto i pasi della Comunità Europea, seppur nel trattato Ue non prevedono il principio di autodeterminazione dei popoli, di fatto hanno firmato il trattato dell’Aja ove tale principio è uno dei capi saldi.
A tal fine la Confederazione è fortemente attiva intraprendendo relazioni con tutte le Organizzazioni internazionali impegnate nella tutela dei “popoli minori”.
Con i sui Confederati e con tutti coloro che cercano l’autodeterminazione, fornisce strumenti di Diritto idonei ad intraprendere scelte consapevoli in tali ambiti. Ogni Confederato viene munito, dopo il suo percorso di “autodeterminazione dei popoli” di appositi documenti identificativi, le comunità ricevono la possibilità di utilizzare i loghi confederativi da appore sui propri documenti e tutto questo a seguito di atti pubblici riportati le apostille internazionali dell’Aja a sancire tale Diritto Costituito a livello Internazionale.
Assieme ad una formale presenza sul territorio natio, tali documenti vengono comunicati con altrettanti atti pubblici a tutti i Paesi firmatari del Trattato dell’Aja. Di fatto tale percorso ha permesso di legittimare, secondo Diritto Internazionale i nuovi status favorendo così il benessere globale di coloro che si sono autodeterminati e contribuendo sul territorio in modo attivo sia in ambito sociale che economico migliorando, di fatto anche altri Stati basati sulla territorialità che condividono lo stesso Territorio con pari diritto costituito.
Siamo dinanzi ad un nuovo paradigma geo-politico e solo un dialogo strutturato, ponderato e consapevole potrà permettere agli Stati della UE quale immensa risorsa, tale processo sta portando e poterà in termini economici, di Diritti Umani, di preservazione e tutela del territorio e quindi sociali.