Da anni, su queste pagine di LifeGate, vi parliamo delle indagini che svolgiamo all’interno degli allevamenti intensivi e i macelli italiani. Ovunque siamo andati, ogni investigazione che abbiamo svolto ci ha messi di fronte a una verità innegabile: la produzione intensiva di carne è un’industria crudele e del tutto insensibile verso i bisogni etologici degli animali. Per quanto le pubblicità cerchino di nascondere questa realtà, chi ci segue sa bene che cosa si cela dietro al consumo di prodotti animali. Quest’anno abbiamo un’occasione rara e imperdibile: cambiare le leggi europee a tutela degli animali sfruttati dall’industria alimentare.
Anni di campagne che hanno portato alla luce la verità
Vi ricordate quando vi abbiamo parlato degli abusi e le violenze che i maiali subiscono sistematicamente all’interno degli allevamenti dop italiani? Anche negli allevamenti fornitori di prodotti di eccellenza come il prosciutto di Parma o il San Daniele, le leggi che dovrebbero tutelare gli animali permettono mutilazioni, castrazioni chirurgiche senza anestesia, la gestazione e il parto all’interno di gabbie minuscole. Anche l’utilizzo del taser elettrico o del macinadenti sono strumenti legali e ampiamente impiegati negli allevamenti intensivi di maiali. Situazioni igienico-sanitarie in cui ratti, scarafaggi e maiali convivono non sono rare: abbiamo persino visto animali mangiare tra le proprie feci per colpa di mangiatoie troppo basse.
E ricordate poi le nostre indagini all’interno degli allevamenti ittici europei? I pesci sono gli animali più macellati al mondo, ma allo stesso tempo sono i meno tutelati. Una situazione gravissima che abbiamo fatto emergere a livello internazionale con quella che è stata la prima investigazione in Europa negli allevamenti intensivi di pesci. Le nostre immagini hanno mostrato le sofferenze e i maltrattamenti che questi animali subiscono prima di essere destinati alla grande distribuzione.
Il dramma del trasporto di animali vivi
Un’altra falla nel sistema è sicuramente la mancanza di tutela degli animali durante l’esportazione o il trasporto verso il macello. Avrete letto del caso delle due navi spagnole cariche di vitelli che da Cartagena erano diretti nei macelli di Libia e Turchia. Una volta giunti nei porti di arrivo sono stati respinti per sospetta lingua blu, una malattia zoonotica infettiva. Alcuni di questi animali sono rimasti bloccati sulla nave per due interminabili mesi, finendo poi per essere abbattuti. Non va di certo meglio agli animali di piccola taglia: un articolo del Guardian di pochi giorni fa ha rivelato che sarebbero un milione i polli che muoiono ogni anno durante il trasporto verso il macello. E questo solo nel Regno Unito. “Muoiono come mosche”, sono state le parole dell’informatore anonimo intervistato dalla testata.
Una campagna per cambiare il futuro degli animali negli allevamenti Europei
Quest’anno però tutto questo potrebbe cambiare: abbiamo tempo fino a settembre per influenzare la legislazione europea in materia di animali da allevamento. Attualmente la Commissione europea sta rivalutando la normativa sul benessere degli animali da allevamento alla luce della strategia Farm to fork, che ha l’obiettivo di rendere il sistema alimentare europeo più equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Con la campagna No animal left behind, coordinata da Eurogroup for animals e con la partecipazione di decine di associazioni in tutto il continente, chiediamo che vengano introdotte nuove leggi che vietino le peggiori pratiche attuali e non lascino indietro nessun animale.
Oggi negli allevamenti e nei macelli di tutta Europa è in corso una grave crisi: gli animali non vengono considerati e trattati secondo le loro caratteristiche etologiche e soffrono gravi sofferenze, fisiche e psicologiche. Da anni con le nostre investigazioni forniamo prove delle condizioni estreme che milioni di animali vivono ogni giorno sulla propria pelle. Con questa campagna abbiamo la possibilità di fare qualcosa di concreto a livello europeo, perché l’Europa può far meglio di così.
Firma la petizione e chiedi anche tu un futuro migliore per gli animali in Europa.
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