Spesso viene descritto come colui che è passato dalla campagna al teatro. E in effetti, Daniele Ronco è nato in un piccolo borgo ai piedi delle Alpi “con ritmi di vita molto diversi dai nostri attuali” e ha fatto della sua passione, il teatro, la sua professione. Oggi Ronco, insieme alla sua compagnia teatrale Mulino ad arte, di cui è direttore artistico e fondatore, porta il teatro nelle piazze, parlando di sostenibilità. E lo fa con Teatro a pedali, un format che mira a sensibilizzare gli utenti al tema attraverso un approccio esperienziale, coinvolgendo il pubblico negli eventi dal vivo anche per recuperare un senso di comunità e partecipazione. Ma facciamo un passo indietro.
La produzione di Mulino ad arte
La storia di Ronco affonda le sue radici nella memoria di suo nonno. “Il la a tutto questo è arrivato da un lutto – ci racconta –, e cioè dalla morte di mio nonno, che per me è stato di grande ispirazione e che viveva i ritmi della natura senza tanti proclami. Quando è mancato, ricordo che annunciai pubblicamente che avrei fatto di tutto per far continuare a vivere la sua memoria. Non sapevo come, senza scadere nell’autoreferenzialità. Poi mi è venuta l’idea di far collimare i valori che io già portavo avanti nella mia vita personale con il teatro”.
Da qui nel 2014 nasce Mi abbatto e sono felice, un monologo autoironico e dissacrante che vuole far riflettere su come si possa essere felici abbattendo l’impatto che ognuno di noi ha sul Pianeta. Il tutto, naturalmente, a impatto ambientale zero: la rappresentazione non utilizza energia elettrica in maniera tradizionale, ma si autoalimenta grazie allo sforzo fisico compiuto dall’attore in scena.
“Lo spettacolo ha avuto molto successo anche grazie alla modalità di messa in scena: con il Politecnico di Torino abbiamo sviluppato una bicicletta che mi consentisse di produrre la quantità di energia elettrica sufficiente per auto-illuminarmi. Ne è venuta fuori una struttura che è diventata la scenografia dello spettacolo, in cui tutti i materiali utilizzati sono di recupero presi da casa di mio nonno. A partire proprio dalla bici: una vecchia Bianchi, recuperata dal suo garage”. Lo spettacolo ha vinto quattro premi nazionali, ha inscenato più di 150 repliche e ha fatto sì che Ronco decidesse di convertire tutta la produzione verso la sostenibilità. Ed è qui che arriva Teatro a pedali.
Il format Teatro a pedali
C’è chi pedala e chi sta seduto a godersi lo spettacolo, per poi salire sulla bici appena si libera una postazione. Funziona così Teatro a pedali, il format eco-sostenibile replicabile, che alimenta i suoi impianti audio e luci grazie alla pedalata di spettatori e volontari. Naturale prosecuzione di “Mi abbatto e sono felice”, Teatro a pedali ha un sistema di cogenerazione dotato di 15 biciclette collegate a un sistema di accumulo, che è in grado di immagazzinare l’energia necessaria per alimentare l’impianto audio e luci dello spettacolo.
“Siamo totalmente autosufficienti – ci spiega Ronco – e abbiamo voluto rispondere a una voglia sempre crescente di partecipazione da parte del pubblico”. Lanciato il 4 maggio 2019 al Palazzo della luce di Torino, lo spettacolo ha attirato un pubblico molto variegato che raccoglie gli appassionati dei mondi di scienza, cultura, sport e teatro. “L’energia prodotta a spettacolo dipende dalla pedalata del pubblico. Mediamente una bici produce dai 50 ai 150 watt a seconda dell’intensità, quindi 15 bici fanno più o meno 1,5 chilowatt costanti”.
Teatro a pedali è diventato poi un festival che a Cumiana, il comune d’Italia con il più alto numero di borgate, ha dato alla luce Teatro nei borghi. Un modo per fare comunità attraverso la vecchia comunità. “È un progetto di recupero di memoria storica: abbiamo intervistato gli anziani delle borgate e ne abbiamo fatto una restituzione drammaturgica. Il tutto si svolge nelle piazzette antiche di questi borghi, illuminate dal Teatro a pedali”.
Non solo, il festival da quest’anno ha una nuova casa: “Da quando abbiamo preso in gestione il teatro Il mulino di Piossasco, abbiamo deciso di portare qui la sede principale del festival. L’edizione estiva del 2021 sarà dall’1 al 4 luglio. Mi piaceva l’idea di partire da qui perché da quando lo dirigiamo ci siamo adoperati per trasformarlo da mulino a eco-teatro. Era il vecchio mulino della città e nei prossimi anni lo porteremo a essere il primo teatro eco-compatibile, col sogno nel cassetto di recuperare la vecchia ruota e di produrre energia pulita da spendere in teatro”.
Il festival estivo Teatro a pedali
Nel mese di luglio 2021, dunque, Mulino ad arte presenterà a Piossasco il festival Teatro a Pedali. La cornice sarà appunto quella del teatro Il mulino, luogo simbolo di conversione da vecchio mulino a eco-teatro e sede del progetto Green-Theatre. Saranno quattro giornate dedicate ciascuna a uno specifico tema legato al green – nello specifico: bicicletta, alimentazione, casa e clima –, che verrà affrontato prima in un talk nel pomeriggio e poi in uno spettacolo la sera. Ma ci saranno anche laboratori, performance, concerti, proiezioni, presentazione di libri, show cooking a tema con degustazione, dibattiti, interventi divulgativi a carattere scientifico. Il tutto naturalmente alimentato dalle falcate degli spettatori.
Il canale digitale di Mulino ad arte
“In questa pandemia di coronavirus abbiamo anche pensato a un nuovo utilizzo di Teatro a pedali con il nostro nuovo canale digitale – continua Ronco –, che abbiamo lanciato in occasione della Giornata nazionale del risparmio energetico (26 marzo, ndr)”. Si chiama Green stream e, anche in questo caso, ha come obiettivo la divulgazione e la sensibilizzazione in materia di sostenibilità ambientale.
“È un modello che vive solo di digitale, è la nostra tv green, completamente alimentata dalla pedalata, del pubblico o mia. Prevede tre format: Green flash, cioè una rubrica in cui commenterò con gli occhi di un attore-artista delle notizie dal web sulla sostenibilità, in una postazione costruita in cui io pedalo e mi auto-illumino; poi c’è Planet expert, ovvero incontri a due, una sorta di tavolo delle idee tra me e un esperto di sostenibilità; infine, c’è il format di punta, che è la Green-chiesta, cioè un talk con un ospite del mondo dello spettacolo, dello sport, della politica, che verrà sottoposto a una sorta di processo green, volto a valutare le sue buone pratiche quotidiane. Il tutto avviene in un vero e proprio set televisivo alimentato a pedali, costruito con materiali naturali, dipinti con pigmenti atossici. Il primo ospite? Andrea Pisani del duo Panpers.
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