Per colpa del riscaldamento globale molte specie aviarie sono costrette a spostare il loro habitat naturale verso l’alto. E si adeguano con piume diverse e più adatte al clima differente. A questo proposito uno studio scientifico sull’argomento ha rivelato come il piumaggio si sia evoluto per affrontare altitudini più elevate, proprio perché, a causa del riscaldamento delle temperature, gli uccelli sono stati costretti a spostare il loro ambiente naturale.
Il riscaldamento globale sulle altitudini himalayane
Sono state 250 le specie di uccelli canori himalayani – passeriformi di piccole dimensioni, chiamati comunemente in inglese warbler – sono stati oggetto di una ricerca condotta da Sahas Barve, Toni Dotterer e Carla Dove della Division of Birds del Department of Vertebrate Zoology dello Smithsonian National Museum of Natural History a Washington DC, e da Vijay Ramesh del Department of Ecology, Evolution and Environmental Biology della Columbia University.
L’Himalaya è stato scelto proprio perché si tratta di un luogo perfetto per comprendere in che modo le nuove sfide ambientali abbiano influito sulle proprietà termoisolanti del piumaggio, modellandone la composizione filogenetica a carico di intere comunità aviarie.
Esaminando le piume di 1715 singoli esemplari himalayani, uno dei ricercatori, il dottor Barve, ha notato un legame che collegava la struttura del piumaggio di questi uccelli al loro habitat naturale. Ogni piuma ha una parte esterna e una parte lanuginosa nascosta. Le misurazioni dello studioso hanno rivelato che i volatili che vivevano ad altitudini più elevate avevano più lanuggine degli altri. Insomma, avevano un piumaggio più soffice. Per difendersi dal freddo, quindi, e per adattarsi di conseguenza a un clima più rigido, ma necessario alla sopravvivenza.
L’evoluzione delle specie inizia dagli uccelli
La ricerca sugli uccelli dell’Himalaya fornisce indizi su quali specie sono maggiormente a rischio per il cambiamento climatico. Capire, infatti, come i volatili si mantengono al caldo (con le piume e il tasso metabolico interno) è fondamentale per identificare le specie che possono sopravvivere non solo al riscaldamento globale, ma anche alle impennate di freddo estremo sempre più comuni in un clima impazzito e non più soggetto alla stagionalità. Per effetto dello studio, quindi, si riuscirà anche a determinare la capacità di adattamento delle diverse specie e a prevedere i modi per adattarsi al riscaldamento globale in atto nel nostro pianeta.
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